Il laboratorio di Giorgio in via Brocchi a Padova. Ph. Silvia Valenti. |
Giorgio Cecchetto. Modelli di carta e "divertissement" in filo di ferro da legatura. Ph. Silvia Valenti. |
Modelli di carta e prototipi in metallo. Ph. Silvia Valenti. |
Sono state le mani di Giorgio ad appendere alle pareti del Laboratorio le fasi di studio dei gioielli. Prima di raccoglierle - con delicatezza e deferenza - ho avuto un momento di imbarazzo. Percepivo, infatti, il gesto dello spiccarle dal muro come una profanazione. Necessaria ma pur sempre una profanazione. Così, per non perdere i suoi segni, ho scattato le foto che vedete qui sopra.
Saranno la preziosa testimonianza di un metodo di lavoro e della personalità dell'autore.
Cecchetto era un maestro della formatura (1). Il processo creativo partiva da schizzi a biro o a matita che, nella foga dell'ispirazione, venivano fissati su supporti di qualsiasi genere: fogli d'agenda, giornali, blocchi per appunti... Il passaggio successivo era dedicato alla costruzione di modelli in carta grazie ai quali Giorgio studiava le proporzioni. Prima del gioiello nasceva il prototipo in metallo, strumento utilissimo per valutare spessori e pesi delle lastre. E poi il miracolo era compiuto, bisognava "solo" decidere che tipo di patina donare all'oggetto o che materiale prezioso o non prezioso usare.
(1)
"Attraverso l'analisi di una forma piana, lavorando spesso sulle diagonali, crea bracciali volumetrici in cui la lamina viene sbalzata, segnata con il bulino, dopo essere stata resa malleabile dal fuoco viene piegata con le mani e con il martello fino a ottenere un volume aperto, un modulo che, ripetuto e unito l'uno all'altro, seguendo a volte una superficie poligonale [...] trova complemento nel braccio attorno a cui si chiude." Giorgio Cecchetto di Luisa Bazzanella Dal Piaz, in Gioielli d'Autore. Padova e la Scuola dell'Oro. Edizioni Umberto Allemandi & C. 2008.
Giorgio Cecchetto. Bracciale in bronzo patinato turchese. 2014. Proprietà della famiglia Cecchetto. Mostra "Omaggio a Giorgio" 18/12/2016 presso l'Atelier Alberta Vita. Ph. Cosimo Vinci. |
Alberta Vita, nota orafa che vive e opera tra New York e Padova - da quest'anno anche presente con due splendidi pezzi al Museo del Gioiello di Vicenza -, era stata una compagna di classe di Giorgio. E gli voleva bene.
Ogni anno Alberta omaggia degli autori (Graziano Visentin e Francesca Di Ciaula nel dicembre 2015) con una mostra nel suo accogliente spazio espositivo di via San Martino e Solferino 101. Salutare affettuosamente Giorgio quest'anno era l'unica scelta possibile.
E la macchina organizzativa è partita.
Tiziana Carlon e io ci siamo mosse per offrire al pubblico un saggio del lavoro di Giorgio, uno spaccato della sua vita da orafo. Insieme ai suoi gioielli perfetti e dal forte impatto emotivo sono stati, pertanto, messi in scena i modelli in carta, quelli in metallo, un'installazione in ferro, uno studio a carboncino raffigurante il profilo del David di Michelangelo e alcuni schizzi preparatori.
Certo, gli oggetti non sono sufficienti a colmare il vuoto lasciato dalla scomparsa di un amico, né possono raccontarne tutta la storia.
Il lungo lavoro di catalogazione è iniziato.
Come ho sottolineato nello statement di questo Blog, la memoria, il lascito materiale e morale di Giorgio non si perderanno nell'oblio.
Tiziana e io, incaricate dalla famiglia Cecchetto, faremo tutto ciò che è in nostro potere per trasferire ai giovani le sue conoscenze e per tenere vivo il suo ricordo.
Molti progetti, già, stanno prendendo forma.
Ringrazio di cuore
Alberta Vita per la sua disponibilità e ospitalità.
Alessandra Possamai che ha illustrato al pubblico la mostra.
Cosimo Vinci per le belle foto.
Qui per saperne di più su di me.
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